IL BAROLO
Il Re dei vini, il vino dei Re
Il vitigno nebbiolo
“I vini a denominazione di origine controllata e garantita “Barolo”, devono essere ottenuti da uve provenienti dai vigneti composti esclusivamente dal vitigno nebbiolo.”
Cenni storici
Fu il generale enologo di Staglieno ad introdurre il metodo di fermentazione già utilizzato in Francia ed in seguito altre innovazioni nella vinificazione arrivarono grazie ai suggerimenti dell’enologo Oudart, alle dipendenze di Cavour, conoscente a sua volta della marchesa Giulia Colbert Falletti che fece applicare le nuove tecniche per vinificare i nebbioli provenienti dai suoi vigneti nei territori vocati di Barolo, La Morra ed in particolare di Serralunga, dove possedeva le migliori posizioni.
La consulenza di Cavour permise di ottenere un vino secco, adatto ai mercati mondiali e così nobile da essere adatto all’invecchiamento.
Si racconta che un giorno il re Carlo Alberto chiese a Giulia Colbert di poter assaggiare il suo famoso Barolo e qualche giorno dopo in via Nizza, a Torino, passavano 325 carrà (un tipo di botte usata all’epoca) colmi del prezioso vino provenienti da Serralunga d’Alba: uno per ogni giorno dell’anno, eccetto Quaresima (i marchesi Falletti avevano fama di essere molto religiosi).
1268
Primo riferimento al vitigno nebbiolo nella lista di “Vini fatti d’ordine del Castellano di Rivoli”
1305
Prima descrizione del nebbiolo di Pier de Crescenzi (giurista bolognese) in “Ruralium Commodorum” (trattato di agricoltura): “una spezie di uva nera detta Nubiola… la quale è meravigliosamente vinosa… e fa vino ottimo".
1730
Primo riferimento storico in un documento per il commercio di vino a Londra del “vino di Barol” per indicare vini provenienti dal comune delle Langhe.
1966
riconoscimento della DOC
1980
riconoscimento della DOCG